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Se la tartaruga si fosse chiamata Goethe

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Se la tartaruga si fosse chiamata Goethe e fosse vissuta tre secoli fa, o si fosse chiamata Romantica Signorina Inglese In Viaggio In Italia (che sarebbe stato anche più difficile da pronunciare) sarebbe andata in giro con lo sketchbook in tasca, che chissà se allora si chiamava già  sketchbook. Avrebbe disegnato quello che vedeva, e che la colpiva.
Il mondo come infinito disegnabile: non c’è nemmeno bisogno di inventare le cose, sono già tutte lì, basta sapere dove guardare.

Ma siccome è molto pigra, guarda e basta, e dell’infinito disegnabile non rimangono che vaghe tracce in una memoria tutt’altro che affidabile.

Approposito, di cosa stavo parlando?

[non so con quale chiave di ricerca tu sia arrivata su questo post, persona sconosciuta, ma ti prego: sii clemente: ero molto giovane – era il 2004 – e non sapevo disegnare. O scrivere, se è per quello. Giuro che nel frattempo ho prodotto di meglio. Credo.]

 

6 commenti su “Se la tartaruga si fosse chiamata Goethe”

  1. …ma visto che la tartaruga vive nel xxi secolo, potrebbe usare una digitale per immortalare il momento, e disegnare poi con calma fondendo immagini con ricordi e sensazioni.

    Comunque vorrei anch’io una di quelle spillette “tostoini”… la vederei benissimo sugli alettoni di una Jordan di formula uno.

    p.s.- tanto pe’ di: questo post è una riprova ke il popolo internet nun se ma mai i cazzi suoi.

  2. strepitio-di-vetri

    cara testuggine, una delle colonne portanti della mia esistenza è un cassettino a scomparsa dietro il ginocchio sinistro nel quale ripongo allineati e fumanti le mille e più madeleine necessarie ad una struggente esistenza… e credo bene che di cassettini a scomparsa ( soprattutto mobili)pieni di madeleine tu te ne intenda più di chiunque altro.
    Un abbraccino rotondo ed elegante.

  3. OT questo disegno è la miglior schematizzazione grafica dell’idea di turbolenza che mi sia mai capitato di vedere.

    visto che non scrivi, mi accontenterò di questo come contropartita della cosa di un paio di post fa.

    olè.

  4. Bellissimo questo post… soprattutto la frase: “non c’è nemmeno bisogno di inventarle le cose, sono tutte già lì, basta sapere dove guardare…”
    Un sorriso :)
    Emilia

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