Stamattina sono uscite sul blog di Topipittori alcune righe sull’esperienza di Progettare Libri.
Progettare Libri mi ha impegnato tutti i martedì da ottobre a gennaio, mentre già il resto della settimana era ed è occupato dalla scuola di illustrazione: è stato faticoso, ma una di quelle fatica che ti ripaga a usura.
La fatica più grande sono stati i compiti a casa. Si trattava di arrivare da un martedì all’altro con un oggetto compiuto – o meglio, un prototipo ragionevolmente comprensibile – di quello che avevamo imparato a lezione la volta precedente. Non sempre mi è riuscito, ma ci ho sempre provato, perché la voglia di contribuire con la propria idea a quella “fabbrica di idee” di cui parla Canton è sempre stata una spinta eccezionale.
Perché parlo sempre con così tanto entusiasmo di questo corso? Tra le molte ragioni, perché è una di quelle rare situazioni in cui mettendo persone diverse intorno a un compito stimolante viene fuori il meglio di tutti.
Poi perché Canton è un eccellente insegnante, di grande cultura, intelligenza e garbata ironia (non che lo scopra io oggi).
Se volete verificare di persona se il mio entusiasmo è motivato, sul blog di Topipittori trovate tutte le indicazioni sulle prossime date. I progetti nati dal nostro corso saranno ospitati dall’11 al 19 maggio alla Libreria Sempreliberi di Lodi in occasione del Festival dei Comportamenti Umani. Se nel frattempo continuano ad aprire fermate della metro Lilla sarà dura finire per tempo il mio libro infinito (il libro sulla metro Lilla merita un post a parte, ci torniamo).
E se non vi fidate di me, ecco quello che hanno scritto le mie compagne di corso, a riprova che l’entusiasmo è un sintomo comune:
Apologia sorridente dal centro quasi calmo del tornado
In questo mondo dell’invenzione: un’illustratrice in gita
Progettare libri: un corso da non perdere
Gita scolastica: editori per un giorno
La fatica che c’è dietro un’immagine
Progettare libri con l’editore Topipittori
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