È uscito un mio pezzo per Soft Revolution su Nimona di ND Stevenson e sul perché penso che sia una delle cose più godibili da leggere, intelligenti e innovative che vi possano capitare per le mani quest’anno e non solo.
Scrivere per SoftRev in questo periodo in cui tutto mi sembra fatica somiglia molto a ciò che succede ogni volta che devo trovare il tempo per muovermi. Muovermi è un verbo vago, comprende qualunque cosa da mezz’ora di yoga a una camminata veloce nel parco ad alcuni commoventi quanto inefficaci tentativi di corricchiare.
Esattamente come muovermi, scrivere qualcosa per qualcun altro è un’attività che ho scelto volontariamente, per cui devo trovare il tempo scavando in mezzo alle altre cose, che trovo incredibilmente faticosa mentre lo faccio – mi piace, ma non sono molto prolifica – ma che mi fa sentire così bene dopo che mi domando sempre perché non lo faccia più spesso.
Scrivere per me stessa è come avere una cattiva postura: ho tanti vezzi lessicali quanto ho la schiena storta ed entrambe sono tanto comode quanto nocive.
Scrivere per gli altri mi costringe a una fatica in più, mi costringe ad essere intellegibile, ad articolare il mio pensiero per esteso, è faticoso. Va contro la mia indole profonda di pigra, ma mi lascia migliore di come mi ha trovato.
A questo punto dovrei chiudere dicendo che mi fa così bene che dovrei farlo più spesso, proprio come correre, ma sarebbe una bugia detta solo per amore della forma. È un periodo così, in cui bisogna accettare la propria natura fisica e morale di tuberi e cercare di fare in modo di essere forse non il migliore dei tuberi possibili, ma quantomeno un tubero decoroso.
Tornando a cose che non sono tuberi, Bao Publishing ha giust’appunto annunciato a Lucca Comics che l’edizione italiana di Nimona arriverà per gennaio 2016: diamoci appuntamento a gennaio, ne varrà la pena.