[In questa immagine sono nascosti nove piccoli mommoti. Riuscite a individuarli tutti?]
C’è una frase fatta che abbiamo pronunciato sentita pronunciare un po’ tutti quando si parla di un posto bello inopinatamente situato a Milano: non sembra neanche Milano. Forse dovremmo smetterla: la quantità di volte in cui Milano non sembra Milano tale che dovremmo accettare il fatto che sì, Milano è bella e piena di sorprese.
Un’altra frase fatta che invece ha un fondo di verità è “non sembra neanche un museo italiano!”. Dopo un agosto speso in musei senza didascalie, senza traduzioni, senza personale che parli inglese, con chiusure arbitrarie, erbacce, cacche di piccione sui reperti mi vien da dire che sì, i musei ben fatti ci sono pure in Italia, ma mannaggia la miseria ce ne sono anche troppi che avrebbero bisogno di un ripensamento radicale.
Lo ammetto: entrando da Gallerie d’Italia queste frasi fatte le ho pensate entrambe: oddio ma è bellissimo! Non sembra neanche Milano! Non sembra un museo italiano! Invece è Milano ed è la migliore scoperta di questa fine estate e il modo migliore di smussare il ritorno alla vita di tutti i giorni. Gallerie d’Italia è un progetto di Intesa San Paolo, che ha deciso di mettere a disposizione del pubblico una parte del proprio vasto patrimonio di opere d’arte. Tre sedi: una a Milano, una a Vicenza e l’altra a Napoli. Io ho avuto la fortuna visitare la sede milanese, in compagnia di un nutrito drappello di facce simpatiche e con la guida di Lucia (ora, se Lucia è un buon esempio delle ragazze e dei ragazzi che lavorano lì dentro, vedere del sincero entusiasmo e competenza per le cose che ci ha raccontato e per le opere di cui ci ha parlato è qualcosa che non si dimentica). La galleria è ospitata in quella che una volta era la sede della banca, un edificio in cui non avrei avuto difficoltà a vedere il Mr.Banks di Mary Poppins. Sarò sincera: è come entrare alla Gringott: i vecchi sportelli bancari, le boiserie, le porte blindate,IL CAVEAU. Il caveau si può visitare!
E questo solo parlando dell’edificio! Se poi ci concentriamo sulla collezione, va da Canova a Balla, da Hayez a Boccioni, passando per Fontana, Pistoletto, Baj, Ottocento, Novecento, contemporanei. La sala che si fa più voler bene, per me, è quella su Milano, con la finestra che dà sulla casa di Manzoni e quei ritratti della città così domestici, per niente agiografici. E ancora la galleria di vedute del Duomo da tutte le angolazioni, con tutti i climi, in tutte le ore del giorno. Ci lamentiamo delle foto su Instagram ma siamo fortunati che i paesaggisti dell’Ottocento non avessero un piano dati. E come se tutto questo non bastasse, il giovedì è aperta sino alle dieci. Sino alle dieci! Ci si può andare a fare anche solo una passeggiata dopo il lavoro! Senza l’affanno che ti chiudano la porta in faccia! Quanto è bella Milano quando sembra Milano.
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