Granchi, dati e incertezze.
Ciao dalla newsletter che doveva partire due settimane fa ma poi è stata colta dal dubbio e ha riscritto tutto da capo. Sono tempi parecchio incerti. Di fronte all’incertezza ognuno reagisce come può, come sa o come è abituato: con strenua programmazione e infaticabile pragmatismo, con ondivaga adattabilità alle variazioni giornaliere, con un’inscalfibile negazione del problema, un micromanaging capillare delle parti di universo che possiamo controllare – che sia la piega delle magliette nei cassetti o l’irrigazione delle piante – un pessimismo accellerazionista o un panico omnicomprensivo. Io di fronte all’incertezza mi sento una moeca, sgusciata, morbida e alla mercé degli eventi e dei primi gabbiani di passaggio (e probabilmente molto saporita se fritta, ma questa è un’altra faccenda).
In questa modalità moeca ho risposto alle domande di Alice Fadda per inaugurare la sua rubrica Illustrami, con l’onestà di chi non saprebbe dove trovare le energie per sembrare una persona che sa quello che fa, quindi bando agli infingimenti. Di fronte all’incertezza l’altra mia tendenza innata è cercare di armarmi con quante più informazioni possibili, e quindi questo mese per le faccende mesopotamiche (che non ho ancora finito di disegnare, ma di cui posso iniziare a mostrare qualche pezzo avanzato – tipo il Lamassu là sopra) ho dovuto fare un corso accelerato sulle complessità della gestione delle lingue right to left nei programmi di grafica e le implicazioni coloniali del font design per gli alfabeti corsivi. Finché non arriva l’inevitabile mattina in cui faccio il mio ingresso in cucina annunciando che sono a capienza, non voglio imparare PIÙ NIENTE, HO FINITO, BASTA.
Di fronte all’incertezza un’altra cosa che si può fare è tenere gli occhi sull’obiettivo, e l’obiettivo in questo momento è arrivare a maggio, perché a maggio farò una festa perché sono dieci anni precisi che disegno lamentini senza alcuna esitazione. Dieci anni di non farcela, ma con una certa allegria.
Leggere con le figure
Sul sito di Penguin c’è un’intervista a Maira Kalman riguardo The Principles of Uncertainty Reader’s Guide in cui lei, interrogata su quali siano i temi esistenziali del libro, risponde: «The eternal question: “What is the point?”» . Già. Sulla bellezza delle cose ordinarie si è costruita la fortuna di decine di account instagram aspirazionali, ma c’è una differenza tangibile tra spremere qualche righe di scrittura sentimentale per accompagnare una foto di case in tutti i toni del beige e trovare effettivamente conforto nella realtà prosaica delle cose rassicuranti (spesso illuminate male e fotografate peggio) che ci ancorano a terra quando non sappiamo bene di preciso dove sta il sopra e il sotto. In questo Maira Kalman è un’ottima guida, animata da una curiosità sconfinata, da un senso del tragico che si nasconde negli anfratti più quotidiani e da un umorismo peculiare (d’altra parte un’autrice che ha scritto il suo primo libro per bambini a due mani con David Byrne ha fatto delle cose peculiari la propria bandiera).
Animali peculiari
È un lombrico! È un serpente! È la lucertola talpa messicana! Un rettile che ha rinunciato a diverse cose in nome di uno stile di vita sotterraneo: orecchie, zampe posteriori, melanina. All’occorrenza anche alla coda, che in caso di bisogno può essere abbandonata a fare da tappo all’ingresso della tana per ostacolare il passaggio ad un predatore. A differenza di lucertole che passano la vita al sole sui ruderi della Magna Grecia, la coda del Bipes biporus non ricresce: da cui quell’aria di eterna incertezza della lucertola talpa, che sembra sempre chiedersi se sia veramente il momento di separarsi dalla propria coda o se alla fine la situazione non è poi così inaffrontabile.
Leggere con le orecchie
La migliore fonte di informazioni su una società non è la documentazione storica ma la discarica cittadina. Ephemeral si presenta così: un podcast sulla cultura materiale e sulle storie inaspettate che raccontano le cose effimere, fatte per non durare. Un sacco di antropologi che raspolano nella spazzatura in questo podcast, non è bellissimo?
Quanti sacrifici per farmi studiare, signora mia!
Tra me e i numeri c’è un rapporto conflittuale: io mi rivolgo a loro in cerca di concretezza e fondamenta e loro che sono creature scivolose che mi riempiono di confusione. Sarà per questo che apprezzo chi sa far parlare i dati in un linguaggio comprensibile agli umani, e ancora di più mostrarli. Guardo le data visualization fatte a modino con l’entusiasmo che si riserva alla stregoneria, ai giochi di prestigio e in generale alle arti oscure. She giggles, he gallops: analyzing gender tropes in film with screen direction from 2,000 scripts.
È tutto: dai che l’arrivo di maggio è una sicurezza inequivocabile.