Ve lo ricordate il 2016? Il 2016 sembrava che fossero morti tutti. Poi è arrivato il 2017 ed è successa LA QUALUNQUE, e il 2016 ci è sembrata una passeggiata per campi ad annusare i fiori e ammirare il volo delle api.
Verso la fine del 2016, il mio amatissimo compare ha iniziato a intravedere che sotto Natale avrebbe potuto avere qualche giorno libero da utilizzare per attività vacanziere e si è detto “Giammai! Troverò qualcosa per minare alla base ogni possibilità di intraprendere delle attività ricreative!” ed è così che è nato Il Libro dei Morti. O almeno, questa è la mia ricostruzione dei fatti. Non lasciatevi ingannare dal fatto che dentro ci troverete contributi intelligenti, personali, curiosi, non vi fidate: sono convinta che l’abbia fatto per rovinarci le vacanze.
E in questo spirito di collaborazione e afflato di fratellanza umana il mio commento alla faccenda è stato “NON NE VOGLIO SAPERE NIENTE”. I giorni passavano, i contributi arrivavano, io continuavo a ignorare la cosa rancorosamente mentre il mio amato editava contributi sul divano dei miei genitori in Sardegna anziché uscire di casa e approfittare dei miti inverni cagliaritani. Arriva gennaio, l’antologia continua a crescere, e pur cercando di ignorare (rancorosamente) la cosa c’era un aspetto che non riuscivo a ignorare (rancorosamente) quanto il resto: la copertina.
Io (con aria vaga): ma quindi, la copertina del Libro dei Morti chi te la fa?
Lui (senza neanche alzare gli occhi dal portatile): ma boh, nessuno, pensavo di mandarlo fuori, così, senza copertina.
Io: [sguardo costernato di chi ha sentito pronunciare l’eresia definitiva]
Ma ti pare? 38 pezzi sentiti, intelligenti, divertenti, profondi, allegri o strappacuore e tu vuoi farli uscire senza un’illustrazione di copertina?
…
… a meno che non fosse tutta una trappola e quell’arido profittatore del mio compagno sapesse benissimo che non sarei mai riuscita a tollerare l’idea del Libro dei Morti con una copertina impaginata con Paint e avrei risposto nell’unico modo possibile: mi sarei (rancorosamente) messa a disegnare.
E infatti non ho resistito, e ho disegnato la copertina. E mi sono pure divertita.
E mentre la disegnavo mi sono accorta che la persona che avevo in mente è la Morte secondo Terry Pratchett, una morte alla quale affiderei senza problemi tutti i miei affetti più cari, una morte che ama i gatti, che ha ben presente che posto occupiamo rispetto all’immensità dell’universo e però fa comunque il suo lavoro con attenzione e cura personale.
Dentro ci sono un sacco di morti illustri, raccolti da Federico Pucci, raccontati da alcune delle mie persone preferite di internet e non, e illustrati con maestria di Giorgia Meschini. È una grande lettura da vacanza, tra un mandarino e una fetta di pandoro sul termosifone. Si trova in pdf, epub e nella versione per kindle ed è un’ottima lettura per ricordarci che siamo sopravvissuti anche a quest’anno, che pure ci ha provato in tutti modi possibili e immaginabili. FUCK 2016. Ma soprattutto: FUCK 2017.
Gran bella -e anche un po’ trista, a pensare quante brave persone se ne sono andate- raccolta, mi par doveroso ringraziare per questo corposo lavoro.
Copertina mirabile – ma che te lo dico a fa’- e disegno, della Signora Architetto Hadid, MERAVIGLIOSO, me lo son già stampato e appeso in ufficio. Lo faccia sapere, per favore, alla Signorina Architetto Meschini, Grazie.
Vero? Riporto immantinente alla Signorina Architetto, che ha tirato fuori dei disegni che spaccano.
Grazie, Marcantonio.
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