Ogni tanto mi capita di leggere libri di cui vorrei parlare, ma mi trattiene una forma di ritegno nello spiegare per esteso le mie ragioni (credo che si chiami paura di dire vaccate). Tuttavia ho pensato che un posto consono per le mie vaccate personali ce l’ho, quindi eccoci. Per me il sabato mattina è il giorno della colazione comoda in cui leggo le cose lunghe. Perciò io vi lascio qui un libro, due righe sulle ragioni per cui per me varrebbe la pena leggerlo, dove trovarlo, e voi con calma, se volete il sabato mattina ve lo leggete. Niente che mandi di traverso il caffè o lo faccia freddare.
Il primo è un libro che avete visto di sicuro in libreria, anche perché ha la superficie di un piccolo stato centroeuropeo ed è difficile mancarlo. Si tratta di Maps (o Mappe) di Aleksandra Mizielińska e Daniel Mizieliński.
Perché mi è piaciuto: perché contiene in sé uno di quegli atlanti che stavano in casa dagli anni Sessanta, con le carte geografiche e politiche, le foto aeree, le mappe delle coltivazioni, le temperature medie, la popolazione, insomma tutti quei dati che per i miei occhi infantili erano esotici e insondabili tanto quanto le mappe antiche piene di draghi e polpi giganti.
Solo che sembra che uno di quegli atlanti abbia avuto una relazione illecita con gli strofinacci da cucina che si riportavano a casa come souvenir dei viaggi: vai in in Sardegna e torni con l’asciugamano dei piatti con l’isola, le tipicità locali disegnate sopra, il nuraghe, l’ulivo, la signorina in costume.
È come se gli autori avessero interiorizzato questi due spunti e li avessero ritirassero fuori metabolizzati, senza l’effetto bottiglia di mirto ricoperta di sughero, solo gioia per gli occhi e buffezze. E infatti il nuraghe, l’ulivo e il muflone in Mappe ci sono, e sono bellissimi. È un libro fatto per i pomeriggi lunghi, fatto per essere tirato giù e aperto a caso o consultato alla bisogna. L’edizione italiana è di Electa Kids, io l’avevo preso a Londra quando siamo andati a trovare Maurizio e per poco non riuscivo a portarmelo a casa perché non stava nel bagaglio a mano.
E’ almeno un mese che mi guarda dalla vetrina della libreria vicino casa, ogni volta che ci passo mi dico che lo devo comprare. Giuro dopo quando torno a casa mi ci fermo :D
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