Dicevo: era il concetto di finestrella apribile che mi appassionava.
E questo nonostante il fatto che sapessi già cosa c’era disegnato dentro, visto che l’avevo disegnato io.
Poi non avevo pazienza, non riuscivo mai ad aspettare che la colla asciugasse, finivo sempre appiccicata alla carta e col calendario rovinato.
Meno male che con la versione digitale dell’avvento non si può barare.
Cioè, magari si può, non saprei, non ho provato, forse sono migliorata nel frattempo.
Non tantissimo, eh, se avessi avuto in casa uno di quei calendari dell’avvento coi cioccolatini non sarebbe durato oltre il primo dicembre.
Se voi, a differenza mia, avete avuto pazienza, oggi c’è la casellina con la mia illustrazione.
La favola, invece, è opera della scrittice Giamila Yehya.
Mi sa che la passione per le finestrelle apribili non m’è mica passata.
Persino quando non c’è un cioccolatino dentro, che è tutto dire.